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I coronavirus, una famiglia di virus che tutti gli animali conoscono da tempo

I coronavirus sono un’ampia famiglia di virus (CoV), così chiamati per le caratteristiche punte a forma di corona che rivestono la loro superficie. Essi, come molti altri virus, popolano comunemente tantissime specie animali, sia quelle considerate di interesse zootecnico, che quelle domestiche e selvatiche… insomma tutti gli animali o quasi, conoscono da vicino la famiglia dei coronavirus.

Essi non sono tutti uguali, e si possono dividere in quattro differenti generi (alfa, beta, gamma e delta) che a loro volta contengono molti virus responsabili di patologie anche differenti tra loro, sia nell’uomo che negli altri animali.

Alcuni di essi, alfa e beta, sono frequentemente diffusi nell’uomo in tutto il mondo, e sono causa di infezioni respiratorie lievi e moderate, come il raffreddore. Altri invece sono responsabili di forme più gravi come la Mers e la Sars. In tutti i generi troviamo comunque virus che comunemente si riscontrano in animali che ben conosciamo, come bovini, cavalli, suini, topi, ricci, pipistrelli, tacchini, cani, gatti e molti altri.

Scopriamo insieme i coronavirus di alcuni animali

Suini
Dai suini sono stati isolati ben cinque ceppi di coronavirus che possono interessare l’apparato gastroenterico, respiratorio e nervoso. Possono causare forme lievi come blande enteriti e sindromi respiratorie, ma anche forme molto gravi di encefalomielite. Molti individui risultano comunque asintomatici.

Bovini
Il coronavirus bovino è responsabile di forme gastrointestinali abbastanza severe nei cuccioli, e forme respiratorie da lievi a gravi per lo più negli adulti. Sembra che il virus del raffreddore sia stato trasmesso proprio dal bovino all’uomo.

Volatili
Nei volatili sono stati isolati diversi coronavirus, ma uno di essi, responsabile della Bronchite Infettiva Aviare, sembra essere il più grave e può aggredire sia l’apparato respiratorio, che il rene e l’apparato riproduttivo. Si è anche evidenziato che l’eventuale vaccinazione, essendo i gammacoronavirus molto mutevoli, può favorire la genesi di nuove varianti per ricombinazione del virus selvaggio con quello vaccinale o per pressione immunitaria selettiva.

Pipistrelli
I chirotteri sono il secondo gruppo di mammiferi più numeroso sul pianeta, rappresentando circa il 20% di tutte le specie conosciute, infatti ad oggi conosciamo più di mille specie diverse di pipistrelli. Questi mammiferi sono molto studiati perché ospitano numerosi virus e tra questi anche diversi generi di coronavirus, anche se sembra che molti di questi virus non riescano a saltare dai pipistrelli direttamente all’uomo e abbiano bisogno di un ospite intermedio.

Cane
Nel cane sono stati isolati due coronavirus differenti, uno che determina una lieve sintomatologia intestinale, con patologia spesso asintomatica, mentre un altro con tropismo respiratorio, che si pensa derivi dal coronavirus bovino responsabile del raffreddore nell’uomo.

Gatto
Nel gatto è conosciuta ormai da anni una forma grave di malattia causata da un coronavirus, nota col nome di Peritonite Infettiva Felina o FIP. A cose normali il coronavirus si trova nell’intestino dell’animale senza causare alcun sintomo, ma, in alcuni casi, esso può mutare e aggredire altri organi generando la patologia, causata dall’eccessiva risposta immunitaria.

 

I coronavirus sono Zoonosi?

Le zoonosi sono malattie trasmesse dagli animali all’uomo, direttamente o indirettamente, e quindi sia attraverso il contatto uomo-animale che, ad esempio, attraverso l’ingestione di alimenti animali. Sembra che il 30-50% di tutte le malattie che interessano l’uomo, sia rappresentato proprio da zoonosi, e che il 75% delle nuove patologie che ha colpito l’uomo negli ultimi 10 anni, siano zoonosi causate quindi dal contatto con animali o con prodotti di origine animale, come nel caso degli ultimi coronavirus che abbiamo incontrato.

Cosa possiamo fare quindi?

I coronavirus, come molti altri virus, sono comunemente presenti in natura e negli organismi viventi, e se è vero che alcuni di essi possono essere molto pericolosi, è anche vero che con molti di essi conviviamo ormai da tempo. Ad oggi l’unica certezza che abbiamo è, che per vivere meglio ed essere meno esposti a rischi zoonotici, dobbiamo vivere in un mondo sano e preservare la natura in ogni sua forma. Infatti se è vero che da sempre l’uomo ha vissuto a stretto contatto con animali e natura, è altrettanto vero che negli ultimi decenni purtroppo, ha perso di vista l’importanza della natura in quanto entità da tutelare. Per proteggerla e farne capire l’importanza, in Equador e Bolivia, la Pacha mama è entrata di diritto nella costituzione, mentre in altri paesi le è stata attribuita una personalità giuridica. Come ridurre quindi i rischi di nuove emergenze? Sicuramente riducendo o interrompendo tutte le pratiche che causano grave inquinamento, come ad esempio l’allevamento e l’agricoltura intensivi, l’uso di sostanze nocive come diserbanti e insetticidi chimici, la produzione di rifiuti indifferenziati e non biodegradabili. Bisognerebbe poi lasciare la fauna selvatica libera nel proprio habitat e tutelare questo habitat invece di distruggerlo per far spazio ad agricoltura ed allevamenti intensivi, evitando così la migrazione di animali selvatici verso zone antropizzate a causa della distruzione di territorio.

Di pianeta ne esiste uno solo e la cosa importante e fondamentale è convivere con esso e in esso, rispettando questa entità che ci accoglie e chi, come alberi, piante, mammiferi, insetti, uccelli, contribuiscono alla nostra sopravvivenza, perché parte integrante del nostro ecosistema, in cui, la distruzione di una sola pedina, può causare danni irreparabili per tutte quelle che rimangono.

La Natura non è un posto da visitare ma il sentirsi a casa. Gary Snyder

 

 

 

Dott.ssa Paola Zintu, medico veterinario

 

ph. freepick

 

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