E’ una pianta perenne con radice rizomatosa, appartenente alla famiglia delle Genzianacee che conta oltre 350 specie. Colora di giallo i pascoli delle Alpi, degli Appennini e della Sardegna fino ai 2400 metri di altezza. Ha un fusto eretto e slanciato, foglie ovali, nervate e molto larghe, ma la caratteristica che spicca di più all’occhio sono i suoi fiori, di un colore giallo oro intenso, a forma di stella, riuniti in gruppi da 3 a 10 e disposti all’ascella delle foglie. I frutti sono ovali e contengono semi di colore brunastro.
Il suo nome sembra derivare dal Re dell’Illiria (Yugoslavia) Gentius, vissuto nel 2°secolo a.C., il primo ad esaltarne le proprietà terapeutiche, e da lutea per il colore giallo dei suoi fiori.
Droga
la droga è rappresentata dalle radici, raccolte tra settembre e novembre. Nella farmacopea italiana le radici secche devono contenere non meno del 33% di sostanze estraibili in acqua.
Principi attivi
sostanze amare (gentiopicroside, amarogentina), alcaloidi (genzianina), zuccheri (genzianosio, genziobiosio e saccarosio), pectine, mucillagini, tannini, enzimi.
Proprietà
è un tonico, carminativo, colagogo, coleretico, antipiretico, stomachico, attivante il sistema ipofisi-corticosurrenale, immunomodulante, vermifugo.
Uso interno
dalla radice si estrae un principio amaro, la genziopicrina, con proprietà digestive e febbrifughe, utilizzato per preparare numerosi vini aromatici e liquori digestivi. Il decotto è invece utile in caso di stanchezza, stress, esaurimento, anemia e convalescenza. La tintura madre, preparata con la radice della pianta, è utile in caso di dispepsia atonica gastrica ed intestinale e per stimolare l’appetito. E’ ancora studiata per le sue proprietà epatoprotettrici, antiprotozoarie e immunomodulanti.
Uso esterno
il decotto può essere utilizzato esternamente per enteroclismi contro i vermi intestinali.
Curiosità
fiorisce per la prima volta a 10 anni di età! Nei tempi antichi Plinio la consigliava per trattare i disturbi digestivi e le malattie dell’apparato digerente.
Secondo la tradizione popolare, la genziana maggiore viene definita “panacea delle Alpi”, poichè veniva introdotta in numerose ricette di rimedi utilizzati nel trattamento di malattie contagiose e per assicurare una vita lunga e serena.
VINO DI GENZIANA MAGGIORE
Porre in infusione 10 g di radice di Genziana maggiore in ½ bicchiere d’acqua fredda per 12 ore.
Versare poi in una bottiglia insieme a 1 litro di vino bianco secco. Lasciare riposare per 1 settimana e filtrate. Consumarne ½ bicchiere circa prima dei pasti principali per usufruire del suo effetto aperitivo, oppure dopo i pasti principali per aiutare la digestione difficile.
ATTENZIONE:
La Gentiana può essere facilmente confusa con il Veratro bianco o l’Elleboro bianco, piante altamente velenose.
Anche la Gentiana comunque, in dosi elevate, puo provocare vomito e disturbare la digestione. Il consumo di radice fresca è sconsigliato, per la presenza di veratrina, sostanza velenosa. E’ sconsigliato l’uso in gravidanza.
Essendo una pianta protetta su tutto il territorio nazionale, la sua eventuale raccolta è soggetta alle norme regionali per la protezione della flora spontanea. ILa Francia è ad oggi il maggior produttore.
Si consiglia di utilizzarla sotto controllo di esperti o in formulazioni ben studiate poiché l’uso improprio può essere pericoloso.
Union B.I.O. integra in maniera sinergica l’estratto di Gentiana con altri estratti di piante, in un mangime complementare destinato ai cavalli ed utile per una terapia naturale ed integrata a difesa della cute in corso di dermatiti estive.
No BITE THERAPY immunomodulatore, oltre a rafforzare le difese immunitarie, viene eliminato dalla pelle attraverso la sudorazione, creando così una barriera aromatica sgradevole agli insetti.
C.T.S Union B.I.O.
Photo: Andrea Schieber, beranekp, Biodiversity Heritage Library, Col Ford and Natasha de Ve.