La relazione uomo-gatto ha origini antichissime e, benché esse vengano attribuite tradizionalmente agli Egizi, sembra che risalgano addirittura al Neolitico, ovvero a quel momento della storia dell’evoluzione umana in cui i nostri progenitori hanno costruito i primi villaggi e le prime comunità sedentarie che i gatti hanno gradualmente occupato.
Da allora, i mici hanno abitato il tessuto sociale umano a tutte le latitudini terrestri, condividendo con la nostra specie i luoghi, le situazioni, le vicende e adattandosi con intelligenza e flessibilità ai cambiamenti che, di volta in volta, si sono succeduti nella storia e ponendosi sempre a metà strada tra la più totale indipendenza e la più calorosa familiarità.
Ancora oggi, il gatto che dorme deliziosamente sul nostro grembo distribuendo fusa rilassanti per chiunque lo ascolti, porta in sé anche l’identità di un efficientissimo predatore solitario (ovvero, che non caccia in gruppo): lo scatto, la potenza muscolare, la silenziosità dei passi, l’acuità visiva ed uditiva, un attento spirito di osservazione e un’innata curiosità sono tutte caratteristiche proprie di un animale che fa dell’esplorazione di spazi all’aperto, dell’agguato a sorpresa e dell’atleticità il suo modo di stare al mondo.
La sua natura di predatore solitario, tuttavia, non gli nega la capacità di stringere relazioni sociali profonde con l’uomo, a cui riesce a legarsi e a dedicare veri e propri atteggiamenti di affetto (ad esempio quando dorme vicino, accoglie al rientro in casa o fa compagnia nelle lunghe ore dedicate al lavoro ad una scrivania), purché lo ritenga meritevole di fiducia. È proprio la fiducia, infatti, l’ingrediente “di base”, il più importante nella costruzione della relazione con un gatto: essa si basa sia sulle esperienze che il gatto vive nelle primissime settimane di vita che nel suo vissuto quotidiano. Avere un approccio gentile verso il gatto, usare dei tocchi delicati, una voce suadente, lasciare l’iniziativa del contatto, evitare di creare difficoltà, di spaventare o di sottoporre a interazioni angoscianti, sono tutti elementi a favore di un dialogo attraverso il quale uomo e gatto imparano a conoscersi sempre meglio e a viversi con apertura e fiducia.
Anche giocare insieme riveste un ruolo fondamentale: attraverso il gioco è possibile “farsi compagnia”, conoscersi meglio, costruire giorno dopo giorno un’immagine positiva dell’altro legata ad emozioni come la gioia, la serenità e l’entusiasmo che rinforzano il legame e lo arricchiscono di valore. Sono numerosi i giochi che possono essere fatti con il proprio gatto, basta avere un po’ di fantasia e spirito di osservazione in quanto, a volte, sono i mici stessi a suggerirci cosa li incuriosisce, cosa li diverte e a cosa vorrebbero interessarsi. Molto spesso, le attività predilette sono quelle che attengono alla caccia ma non sono le uniche con cui il micio potrebbe divertirsi. Spendere anche solo qualche minuto di gioco con il proprio gatto, più volte al giorno, è sicuramente il modo migliore di rinsaldare il legame con lui e offrirgli una relazione divertente ed appagante.
Tuttavia e contemporaneamente, non bisogna mai dimenticare che per quanto il nostro amato gatto possa essere socievole e disponibile a spendere del tempo con noi, è anche un animale con un innato senso della privacy che lo rende bisognoso, più volte al giorno, di appartarsi in luoghi tranquilli dove riposare, dedicarsi alla cura del mantello o semplicemente osservare il panorama in contemplazione su una balaustra o dalla cima di un muretto. Rispettare il suo bisogno di isolamento è importante per garantirgli quei momenti di distacco fisico e mentale di cui persino noi esseri umani andiamo alla ricerca quando sentiamo l’esigenza di ritirarci un po’ in noi stessi.
Diventa allora indispensabile evitare di cercarlo costantemente, volerlo sempre vicino, accarezzarlo con insistenza o parlargli continuamente, soprattutto se sta tentando di riposare o di rilassarsi. Piuttosto, possiamo approfittare dei momenti di pausa per svolgere le nostre mansioni quotidiane o per preparare nuovi divertenti giochi “fatti in casa”, riservandoci di farci trovare accoglienti ed entusiasti quando sarà lui a cercarci. Saremo così sicuri di non essere visti come dei noiosi scocciatori ma di avere tutta la sua partecipazione al nostro regalo a sorpresa.
Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Pet Ethology
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