CANE, CAVALLO, GATTO

PET THERAPY: SCOPRIAMO CHE COS’E’ E A COSA SERVE

La Pet Therapy è una co-terapia che si basa sulla relazione che può instaurarsi tra un animale (cane, cavallo, coniglio e altri) e l’uomo apportando benefici alla salute psicofisica di quest’ultimo.

Uomini e animali hanno sempre vissuto e lavorato fianco a fianco, beneficiando vicendevolmente di compagnia, forza e coraggio.

Per la prima volta alla fine del 1700  i medici  impiegano gli animali a scopo terapeutico presso un ospedale psichiatrico, intuendone la capacità di incentivare l’autocontrollo sui pazienti. Nel 1800 Germania e Francia inseriscono gli animali nei progetti di recupero di pazienti con problemi neurologici  (in particolare i cavalli), per curare la schizofrenia e la depressione

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Intorno al 1950, lo psicoterapeuta Boris Levinson, si rende conto che durante gli incontri con i  suoi pazienti, la sola presenza del suo cane svolgeva un’azione estremamente positiva: è solo l’inizio del lungo percorso di quella che intorno al 1960 viene definita per la prima volta “ Pet Therapy “ (denominata dal Ministero della Salute come attività di sostegno terapeutico, attuata attraverso l’ utilizzo della relazione uomo – animale domestico, e vede proprio in Boris Levinson uno dei suoi padri fondatori.

Vent’anni dopo, nel 1982 nasce la Delta Society, un’associazione che si è preoccupata di creare gli standard riconosciuti a livello internazionale per un approccio corretto e funzionale alle Terapie ed attività assistite dagli animali. Una delle modalità scelte  per verificare lo stato di idoneità sia della componente umana, sia di quella cinofila allo svolgimento in sicurezza di questo tipo di attività, è la certificazione della coppia uomo-animale in base al modello Pet Partners®, proprio perché, per una buona riuscita dell’attività, non basta più la semplice presenza del cane o di altri animali, ma tra l’animale e il suo conduttore deve instaurarsi un rapporto basato sulla fiducia e sulla reciprocità: il cane deve potersi divertire insieme al  conduttore, che a sua volta, dovrà essere in grado di non appesantire il lavoro dell’animale.

In cosa consiste la pet – therapy

Il cane deve essere condotto ed accompagnato da una persona esperta, competente e preparata, che sia in grado di leggere il comportamento e le necessità del proprio animale: fattore essenziale per poter svolgere in sicurezza qualsiasi tipo di attività.

Gli interventi assistiti dagli animali possono essere di tipo ludico/ricreativo, educativo o terapeutico, con l’ intento comune di cercare di migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte nei vari progetti senza mai volersi sostituire alla somministrazione di terapie farmacologiche ma affiancandole come co-terapia ed ausilio a programmi già esistenti.

Pet therapy

Con bambini affetti da particolari problemi e adulti ospedalizzati, l’incontro con il cane può contribuire a mantenere un buon equilibrio psico–fisico;  all’interno di un istituto la presenza del cane, con la sua dinamicità e carica affettiva, porta quel leggero scompiglio che in ambienti totalizzanti distrae dalla monotonia e dai pensieri quotidiani. Proprio per questo motivo, spesso, in questi luoghi viene promossa l’ interazione tra gli ospiti e il cane, lasciando a quest’ultimo il compito di gestire azioni ed emozioni.

Non esistono cani addestrati a diventare buoni operatori, ma cani ben educati che, accompagnati dalla propria figura di riferimento, possono essere una risorsa per chiunque voglia affacciarsi a questa realtà; come ha scritto Gwenth Arangio Ruiz “un cane da terapia non è un qualsiasi vecchio cane, né è un magnifico ed amabile cucciolo: è un serio, generoso, calmo ed educato cane, con nervi d’ acciaio, pazienza infinita ed una qualità indispensabile: la voglia di far piacere”.

La mia esperienza con Dakota

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Per quanto riguarda la mia esperienza personale, riporto la storia di Dakota per dimostrare che un qualsiasi cane equilibrato, educato e paziente ha la possibilità di poter essere inserito all’interno di progetti che prevedono la presenza di un animale. Dakota ha quasi quattro anni e viene da Agrigento, è stata salvata da Aronne, una delle tante associazioni che si occupano di cani randagi nel sud Italia e ad oggi, dopo un percorso di formazione, lavora da due anni nei progetti di interventi assistiti con gli animali. Quando Dakota arriva in casa di riposo, le signore chiedono informazioni sul suo stato di salute, se mangia, se gioca e se le viene fatto il bagno regolarmente e lei, nel frattempo, scodinzola tra una carrozzina e un paio di stampelle ricevendo bocconcini da tutti.

Pet therapy Dakota

Quando Dakota è assente, i discorsi sull’accudimento, sul suo benessere e sulle attività da poterle far fare, occupano il tempo degli ospiti della struttura, favorendo quindi la socialità tra queste persone che si ritrovano spesso sole in tali strutture l’idea e il pensiero di poter essere ancora utili e potersi occupare personalmente di un animale, allevia e porta a far dimenticare, anche se per brevi periodi, quella condizione di istituzionalizzazione che caratterizza questo tipo di strutture. La possibilità di avere un appuntamento settimanale con Dakota crea negli ospiti un meccanismo di attesa e li stimola ad avere sempre un pensiero proiettato al futuro, verso uno stimolo concreto, versatile ed unico.

Concludo con le parole di Felice Cimatti: “ Gli animali sono però capaci di comunicare tra loro ed utilizzare tale facoltà per svariate funzioni: anche noi umani possiamo dunque << comunicare >> con gli animali, attraverso espressioni mimiche, atteggiamenti, sensazioni tattili, odori che trasmettono messaggi precisi ed esprimono stati d’ animo ed emozioni. Il muoversi su questo piano della << comunicazione non verbale >>, spesso ormai difficilmente comprensibile, può essere molto utile per superare difficoltà evolutive, comunicative o comportamentali, e difatti numerose applicazioni di pet therapy si basano su questo meccanismo”.

Silvia Tondù’ & Dakota

AIUCA Pet Partners®

Photo:scpetrelShawn, Silvia Tondù

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