Il cane anziano o geriatrico è, dal punto di vista medico, il cane che supera gli 8 anni di età, anche se il grado di invecchiamento è poi influenzato dalla razza, dalla taglia, dall’alimentazione, nonché dallo stile di vita dell’animale.
Invecchiare non è una malattia ma un processo fisiologico che porta ad alterazioni delle capacità fisiche, cognitive ed emozionali del cane, che manifesta, inoltre, una aumentata difficoltà ad affrontare le pressioni fisiologiche interne e ambientali esterne. Oltre a problemi di natura organica, l’invecchiamento porta a disfunzioni neurologiche (ossia ad alterazioni di neurotrasmettitori quali serotonina, acetilcolina e dopamina) con modificazioni cognitive, della memoria e dell’apprendimento.
L’invecchiamento è uguale per tutti i cani?
Sicuramente no, possiamo infatti individuare un invecchiamento di successo (fisiologico) che porta a modificazioni cognitive con risposte comportamentali comunque corrette, e un invecchiamento patologico che porta invece a risposte emozionali non controllate e a processi cognitivi disorganizzati con un’involuzione del comportamento (solitamente si possono riscontrare agitazione, ridotta motivazione esplorativa e ritorno a comportamenti infantili).
Cosa succede quando il cane invecchia?
La sintomatologia tipica della senescenza comprende disorientamento, perdita del sonno, eliminazioni inappropriate, diminuita capacità di relazionarsi e diminuita attività fisica. Importante è determinare quando insorgono i primi sintomi e se sono correlati a patologie organiche o meno.
Il disorientamento si manifesta con il diminuito riconoscimento dei familiari, dei luoghi conosciuti e degli oggetti con cui normalmente il cane interagisce. Il nostro amico a quattro zampe può vagare senza riuscire a ricordarsi la strada di casa, abbaiare e fissare punti particolari senza alcun motivo evidente.
Si hanno anche cambiamenti nelle interazioni sociali e ambientali: il cane infatti tende a non fare più le feste, gioca meno o non gioca proprio, non obbedisce ai richiami, è più irritabile e anche con i conspecifici il comportamento cambia.
Sono molto frequenti le alterazioni del ciclo sonno-veglia, che possono renderlo più agitato e farlo camminare avanti e indietro per la casa, dormire di giorno e stare sveglio di notte aumentando le vocalizzazioni.
Un altro sintomo frequente è l’eliminazione inappropriata di feci e urine dovuta sia al disorientamento che al mancato riconoscimento del giusto substrato (confondere un tappeto per un prato).
Vecchiaia o malattia?
La diagnosi corretta si basa su un’accurata anamnesi, una visita clinica e un’osservazione del comportamento del cane per escludere altri problemi clinici o comportamentali. Gli esami clinici sono fondamentali per escludere patologie organiche che determinano anche sintomi di natura comportamentale (dolore, deficit sensoriali, patologie cardiovascolari, neurologiche, endocrine, metaboliche, gastrointestinali, urinarie).
Con questo iter si possono riscontrare nel cane anziano patologie comportamentali quali la depressione da involuzione, la sindrome confusionale e la sindrome da disfunzione cognitiva.
È possibile fare qualcosa per migliorare la situazione del mio vecchietto?
Certo, a seconda del problema riscontrato, si può intervenire con una terapia comportamentale, nutrizionale e/o farmacologica. Per quanto riguarda la terapia comportamentale l’obiettivo è tenere il più possibile attiva la mente del cane con attività cognitive, giochi mentali e una partecipazione alla vita sociale del gruppo familiare soddisfacente. Importante è non apportare eccessive modifiche alla quotidianità del cane, mantenendo una routine già conosciuta che possa aiutarlo nel prevedere e nel gestire le situazioni. La terapia con nutraceutici e farmaci sarà di aiuto e supporto per gestire gli stati ansiosi che si possono instaurare nei cani anziani e per stimolare una buona ripresa delle attività mentali.
Dott. Luca Calderisi
Medico Veterinario esperto in Medicina Comportamentale
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