La spinta a mangiare sostanze non commestibili e non nutritive, nel caso degli animali rappresentate da sabbia, cemento, terra, sassi, tessuti, giocattoli o pezzi di plastica, fili elettrici, ecc.. viene definita Pica o picacismo.
Nel cane esistono tre fasi di questo comportamento in base a cosa fa l’animale:
-tiene l’oggetto in bocca
-lo mastica o strappa
-lo ingoia
La pica è un comportamento molto pericoloso che può portare alla morte per cause diverse (soffocamento, dissanguamento, blocco intestinale…), ed è anche sottovalutato, in quanto, se l’animale riesce ad espellere l’oggetto evitando l’intervento chirurgico di rimozione (e a volte, ahimè, anche in questo caso), si tende a minimizzare l’accaduto, pensando che l’animale abbia ingerito qualcosa per sbaglio o per distrazione o per eccessivo entusiasmo giocando, e la strategiaconseguente è quella di tenere fuori portata dell’animale tutto ciò che potrebbe essere appetibile, a partire da indumenti ed oggetti di plastica.
E’ necessario invece indagare, escludendo disturbi organici insieme al veterinario e valutando le possibili implicazioni emozionali di questo comportamento anomalo, che è spesso legato a un trauma vissuto molto serio, trascinato nel tempo e magari intrecciato con paura o ansia.
C’è comunque una strategia di sopportazione emotiva dietro ad un gesto tanto estremo: nell’atto di ingoiare il cervello rilascia infatti endorfine, per cui lo scopo finale è quello di stare meglio e sopravvivere ad una condizione di stress e profonda disperazione, che può verificarsi anche in presenza di persone. Va da sé che il rimprovero e la punizione non fanno che peggiorare la situazione, e per aiutare l’animale, bisogna invece cercare di capire la causa ed accompagnarlo responsabilmente in un percorso di recupero.
A cura di Networkdacani con la collaborazione di Eliana Stefania Caglio BFRP/BFRAP – Consulente in Fiori di Bach per persone ed animali iscritta nel Registro Internazionale della Fondazione Bach
Photo: Guitguit, Cassandra Karas